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Festa della mamma: dalle origini ai racconti delle mamme di oggi.

da | Occasioni speciali

La festa della mamma per come la conosciamo oggi ha un aspetto molto commerciale, ma la celebrazione di questa ricorrenza per come la conosciamo affonda le sue radici in antiche tradizioni e simbolismi legati alla venerazione della figura materna.

La figura materna nel passato.

Già nelle civiltà antiche si onorava la figura materna, attraverso rituali e celebrazioni pagane dedicate alla Madre Terra e alle divinità femminili. Nell’antica Grecia, una delle figure centrali di queste celebrazioni era Rea, considerata la madre di tutti gli dei dell’Olimpo e venerata come dea della fertilità e della maternità.
I greci le dedicavano una festa annuale durante la quale offrivano doni e rendevano omaggio alla sua figura per ringraziarla della sua intercessione nella creazione e nella procreazione.
A Roma, si tenevano le Matronalia, feste dedicate a Giunone, dea del matrimonio e del parto. Questi eventi erano momenti di devozione, ma anche di riconoscimento del ruolo centrale delle madri nella società.

La festa della mamma fino ai giorni nostri.

La festa della mamma moderna ha invece origini diverse in base al contesto geografico.
Negli Stati Uniti, l’istituzione della festa si deve ad Anna Jarvis, che nel 1908 organizzò una celebrazione per sua madre a Grafton, West Virginia, e poi si batté affinché la festa fosse riconosciuta a livello nazionale.
In Italia, secondo alcune fonti, il primo tentativo di istituzionalizzare una giornata dedicata alle madri risale al periodo fascista, precisamente al 1933, con la “Giornata della madre e del fanciullo”.
La festa della mamma per come la conosciamo oggi ha iniziato a prendere forma nel dopoguerra, più esattamente nel 1956.

In occasione quindi della festa della Mamma, abbiamo voluto dare voce a questo legame profondo: quello tra madre e figlia/figlio.

Sia attraverso una serie di ricami creati appositamente per questa giornata che sono stati applicati su delle T-shirt in cotone e delle Bag, sia grazie ad un racconto scritto in esclusiva dagli AristoGracchi. Un racconto magico da condividere con i nostri bambini e bambine in qualsiasi momento della giornata e dell’anno.

Interviste

A questo ho fortemente voluto aggiungere una serie di mini- interviste intime e sincere, dove esploriamo i ricordi e le emozioni condivise, le trasformazioni e il valore di questa relazione nel tempo.
Un piccolo spaccato autentico della maternità vissuta e tramandata, mostrando quanto ogni storia sia unica e, al tempo stesso, simile.
È un modo per celebrare le madri non solo come figure affettive, ma come donne, modelli, amiche e testimoni di vita.
Attraverso queste voci, il nostro blog vuole creare uno spazio di riconoscimento, ispirazione e confronto, dando risalto a ciò che rende speciale ogni legame madre-figlia/figlio.
Ovviamente non potevo non cominciare che con la mia di mamma, donna forte e capace di re-inventarsi tantissime volte.

Rosella

 

Carla

Ho molti ricordi che mi legano a mia madre, sia di “cose fatte insieme” ma anche di rumori e profumi che non sono mai più riuscita replicare.
Sicuramente se la mia infanzia avesse un rumore sarebbe creato questo da mix: il sottofondo della macchina da cucire singer continuo, le canzoni di Giuni Russo o Righeira , lei che cantava e io distesa sulle mattonelle a leggere qualche libro per sfuggire alla calura estiva.
Se fosse invece un profumo sarebbe quello della torta di ricotta allo zafferano, merenda che mi ha accompagnato per tanti anni. Profumo che non sono mai piu riuscita a risentire e replicare ma che potrei riconoscere tra mille altre torte.

Ma uno dei ricordi forse più vecchi è invece lei che mi indicava il mare dal balcone di casa, quello era il segnale inconfutabile che l’estate era iniziata e che il giorno dopo mi sarei seduta dietro al suo Benelli rosso e nero per raggiungere la spiaggia.Forse nasce da quei momenti esatti il mio amore per il mare e quella mancanza viscerale che avverto durante l’anno.

I miei figli hanno smosso delle parti che non pensavo assolutamente di avere, ho scoperto che non riesco a cantare tanti auguri per i loro compleanno onde evitare l’accartocciamento su me stessa in una valle di lacrime. Hanno smosso la tenerezza, quel pizzicorio in gola che mi viene quando li vedo dormire e la consapevolezza di essere tremendamente fortunata nel vederli sereni. Se inizialmente pensavo fossero un prolungamento di me stessa, ho compreso che sono altro da me (per fortuna!). Che posso intravedere dei tratti miei, ma che sono e saranno reinterpretati secondo la loro storia.

Chantal


Con mia madre, da bambina, ho imparato a credere nella magia.
Non l’ha mai persa, lei. Il pensiero magico l’ha sempre abitata, così intenso e sfaccettato che, da piccola, a volte facevo fatica a comprenderlo. Ma era ovunque: nei suoi gesti, nella pittura, nella scultura, nella musica, nei profumi della cucina, nei sogni e nei rapporti umani. Sempre lì, sempre vivo.
Ricordo un tema che scrissi alle elementari: “Pianeta Sogno”. Un mondo fantastico che avevamo creato insieme. Acchiappavamo stelle, esaudivamo desideri. Tutto lì era possibile, e chissà, forse, lo era davvero.
Ora che sono mamma rivedo quella stessa magia negli occhi dei miei figli.
In Noah e nel suo pensiero incantato, lui che è un uragano di creatività e meraviglia. Ogni giorno riesce a stupirci tirando fuori dal cilindro storie fantastiche.
Nei sorrisi di Ismael, nella sua infinita dolcezza, nel suo amore per la musica, con quelle canzoni sempre sbagliate e bellissime.
Quella magia la rivedo nella loro capacità di vedere la luce in chiunque, nella voglia incontenibile di esplorare, creare, disfare, vivere.

Valeria

Quando ero piccola mamma faceva i turni di notte in ospedale. Ricordo che mi bloccavo davanti alla porta per non farla uscire, piangevo, non volevo che andasse via di sera. Ma che bello al mattino rivederla accanto al mio letto 🩷
Con i miei bimbi, ho quasi lo stesso pensiero. Ho bisogno di baciarli, abbracciarli, rimboccargli le coperte che faccia freddo o caldo e baciarli sempre. Perché mai devono andare a letto senza il bacio della buona notte.
Quando capita che si addormentino prima che io torni, mi fa troppo male, e allora mi fiondo nella loro cameretta per accarezzarli e dare loro un bacino silenzioso.

Martina

​​Se penso alla mia mamma penso ad una donna forte, che nonostante le difficoltà (e a volte gli scontri con una me adolescente…) ha sempre cercato di farci felici. Sono Toro e quindi bella capocciona e quando mi metto in testa una cosa vado dritta per la mia strada. Quando volevo qualcosa, per convincerla in genere la stressavo fino a tal punto che, per sfinimento, poi mi diceva di sì! Ho voluto un cane per anni e un giorno mi capita tra le mani questo cucciolo di 40 giorni che l’allevamento in cui era nato avrebbe portato al canile perché non puro. Io e mio babbo abbiamo escogitato un piano sostenuto da una storia strappalacrime e siamo tornati a casa, chiaramente mia mamma non si era bevuta una parola, ma quando appoggiai il cucciolo a terra, dopo mezzo secondo era già innamorata cotta, e io avevo avuto il cane tanto atteso!
Ecco, ora temo che i miei figli faranno lo stesso con me, io che con loro ho un cuore debolissimo, che mi basta quel momento della giornata in cui ci accoccoliamo tutti e tre sul divano, scelgono un libro per uno e li leggiamo insieme, costringendoli poi a promettere di non crescere mai, rimanere sempre piccoli e appiccicati alla mamma con la super colla.
Di solito finisce con una fragorosa risata e una lotta a chi sale prima in braccio (finché ancora riesco, finché ancora questo rimane il nostro gioco)

Roberta


Un ricordo di mia mamma è che a volte mi faceva delle sorprese. Tornavo da scuola e trovavo sul mio letto dei vestiti nuovi che lei mi era andata a comprare. In particolar modo, quando facevo le elementari,  una volta lei mi aveva comprato un bellissimo pantalone di raso un po’ celestino abbinata ad una giacchettina.
Per i miei figli invece io non conosco il testo di una ninna nanna,  per cui ne ho inventata una per Ginevra nei mesi difficili dell’ addormentamento quando era piccola e non prendeva piu il latte e la cullavo. Questa ninnananna (io non sapevo ) ma lei l’ha imparata a memoria , e quindi adesso che ha 5 anni quando siamo in macchina la canta al fratellino proprio identica come gliela cantavo io. Le dicevo stellina e lei per farlo maschile stellino e quando l’ho sentita la prima volta mi ha fatto tanta tenerezza.

Arianna

Il mio primo ricordo d’infanzia è legato ai pomeriggi passati a ballare con mia madre. Mettevamo in TV le registrazioni in VHS di Cristina D’Avena e ballavamo per ore, con il mio fratellino addormentato nella carrozzina e il nostro cane che mi rincorreva per mordicchiarmi i piedi.
Oggi, uno dei momenti più belli con le mie figlie è proprio questo, quando Allegra mi chiede di giocare alla disco music. Mettiamo la musica dei nostri cartoni preferiti e balliamo, con vestiti strambi e Amelia che ci imita goffamente. Sono i momenti migliori del mondo.

Mara

Con mia madre ricordo i viaggi in macchina, tutti i pomeriggi per portarmi a danza a mezz’ora da casa. Ho un ricordo meraviglioso perchè cantavamo “montagne verdi” lungo il tragitto ed era un momento tutto nostro.
Mia mamma mi ha insegnato a credere nei sogni e ad inseguire le mie passioni, sacrificando tanto del suo tempo per accompagnarmi.
Un ricordo con Eleonora riguarda il primo momento in cui ci siamo incontrate, quando i nostri sguardi si sono incrociati e abbiamo potuto osservarci per la prima volta. Ricordo poche cose di quel momento tanto bello quanto faticoso, ma quello sguardo li non lo dimenticherò mai, i suoi occhioni scuri e profondi

Maria

Quando penso alla mia infanzia, la prima immagine che mi viene in mente è mia mamma seduta accanto al mio letto, con un libro di fiabe in mano. Era un rituale sacro: ogni sera, una storia.
Le ascoltavo talmente tante volte che a quattro anni le conoscevo a memoria e giravo le pagine al momento giusto, come se sapessi già leggere. Quelle parole, quelle immagini, hanno acceso in me un amore per le storie che non mi ha mai abbandonata.
Le poche volte che andavo all’asilo — non faceva molto per me — portavo con me i miei libretti in una valigetta rossa e “leggevo” ad alta voce ai bambini che piangevano.
Le fiabe erano il mio modo di consolare e creare un piccolo rifugio, anche lì.

Ora che sono mamma, mi sorprendo a ripetere gli stessi gesti con Jack, il mio bimbo di quasi tre anni.
Solo che a volte è lui a sorprendermi:cerca di anticipare quello che viene dopo, si innamora di alcuni personaggi e ne disdegna altri.
Mi viene sempre da sorridere.
È bello vedere come le abitudini più semplici possano attraversare le generazioni e lasciare segni profondi.

Conclusioni:

Mi piace pensare che in un’epoca in cui tutto corre veloce e anche le ricorrenze rischiano di diventare solo una vetrina, credo sia importante tornare al senso profondo di questa giornata.Questa giornata può essere un’occasione per fermarsi, guardarsi indietro e riconoscere quanto debito abbiamo nei confronti delle donne che ci hanno cresciuti, spesso in silenzio, spesso reinventandosi, spesso affaticate.
Non servono grandi gesti: basta una parola sincera, un ricordo condiviso, o anche solo il tempo di una lettura insieme per restituire valore a questo legame.
In fondo ogni madre è una storia a sé, ma tutte, in fondo, portano con sé la stessa forza: quella di prendersi cura, ogni giorno, a modo loro.
Se vuoi regalarti o regalare una t-shirt o bag ricamata, abbinata ad una storia speciale pensata per questi momenti puoi andare qui.

Carla Piras, fondatrice
Cresciuta in una famiglia di sarte, ho imparato a scegliere stoffe di qualità senza trascurare la costruzione dei modelli.
Nel nostro laboratorio sartoriale si respira l’artigianalità di un tempo, dove nulla si spreca e ogni tessuto diventa magia. Ogni capo ha una storia, capace di attraversare il tempo e le stagioni.

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